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DIVENTARE CHEF A DOMICILIO DOPO LA PANDEMIA

09/01/2022 22:56
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Ha senso diventare chef a domicilio, dopo l'emergenza Covid-19? A mio avviso sì. Inutile negare che questi difficili mesi hanno stroncato la speranza e la fiducia nel futuro, soprattutto nel settore della ristorazione. Ma diventare cuoco a domicilio può essere oggi - paradossalmente - un'idea migliore e più fruttuosa che in passato. Perché, da qualsiasi punto di vista la si osservi, la realtà è cambiata.

La realtà della ristorazione è cambiata, perché qualcosa è mutato nel desiderio e nelle necessità del potenziale cliente. Ecco i due punti di forza della ripresa futura, che dovrebbero spingere gli appassionati di cucina ei professionisti a trasformarsi in personal chef.

BISOGNO DI SICUREZZA

Prima si usciva di casa spensieratamente. Nessuno temeva di ammalarsi o di contagiare amici e parenti. Oggi, la percezione di tale rischio ha sparigliato i fattori in gioco, aumentando una dismisura il bisogno più forte di sicurezza, un'intimità inviolabile, che ci faccia sentire protetti. Per questo motivo la sala da pranzo di casa nostra, la nostra cucina, l'ambiente delimitato dalle quattro mura domestiche, diventano luoghi preziosi e finalmente pronti per farsi uno scenario di un cambiamento: il ristorante nella nostra casa. Non più uno sfizio, una fantasia originale, ma un nuovo modo per stringersi insieme in un luogo noto e, almeno psicologicamente, più al sicuro di qualsiasi altro.

PERSONALIZZAZIONE

Con Cucino di Te ho sempre voluto sottolineare l'importanza della personalizzazione estrema del servizio. In questa nuova situazione, fa piacere notare che non ho puntato invano su tale aspetto. La leva resta sempre la percezione del rischio: se devo rischiare anche solo per mangiare, allora pretendo che ne valga la pena! Quest'esigenza è ancora in nuce, ma sta già conquistando adepti: se la ristorazione non è più uno svago sicuro al 100% (o, per lo meno, così ci è stato inculcato dalle tante norme anticontagio), allora ho bisogno di una sollecitazione più forte affinché il gioco valga la candela. E tale incentivo è offerto dalla personalizzazione: il cliente deve scegliere con assoluta libertà, sganciandosi dalle logiche del menù da ristorante. Solo uno chef a domicilio può permettersi una tale duttilità.

Diventare chef a domicilio, quindi, può essere conveniente anche (e forse più) in questi tempi incerti. Ma le informazioni su come muovere i primi passi senza sbagliare sono davvero esigue e confuse, anche sul web. Ecco quindi i miei suggerimenti, dettati dall'esperienza.

COMPETENZE

Non si cucina a casa d'altri se non si sa cucinare. Al tempo stesso, non occorre essere un cuoco professionista per diventare chef a domicilio. La cosa importante è muoversi sempre su binari che possiamo tenere agilmente sotto controllo.

Prendi un pezzo di carta e una penna. Elenca i piatti che sapresti eseguire un occhi chiusi e che hanno buona accoglienza tra i tuoi ospiti: non è detto che siano proprio quelli che compongono il tuo menù, ma di sicuro ti serviranno come punto di riferimento per scoprire nuove ricette. Per esempio: sai far bene un determinato tipo di risotto? Perfetto! È il momento di arricchire il tuo repertorio con ricette di risotti sempre nuovi e attuali. In questo modo, scoprirai e valorizzerai non solo i tuoi punti di forza, ma soprattutto le tue debolezze tecniche e avrai modo, studiando ed esercitandoti, di rimediare alle mancanze. Crescerai imparando, come per qualsiasi altro lavoro.

CHE COSA DICE LA LEGGE

Diventare personal chef, per la legge italiana, è piuttosto facile. Basta possedere un attestato HACCP, che altro non è che la certificazione dell'avvenuta formazione in merito alla normativa sull'igiene e la sicurezza alimentare dei responsabili e degli addetti dell'industria alimentare. L'investimento è minimo: esistono online molti corsi a distanza dal prezzo davvero competitivo (si parte spesso da 20-30 euro).

Per quanto riguarda il fisco, puoi avvalerti della ricevuta con ritenuta d'acconto (trovi molti siti che ti spiegheranno nel dettaglio in che cosa consiste) finché non supererai i 5.000 euro annui. A questo punto, aprire una partita IVA, come qualsiasi altro professionista. La cosa bella, quindi, è che puoi sperimentare se il lavoro fa per te e se riesci a farti apprezzare, senza dover impegnarti troppo fiscalmente. Una bella opportunità, insomma.

PICCOLI INVESTIMENTI

Uno chef a domicilio cucina a casa d'altri. Ciò significa che, per il 98% delle occasioni, userà solo e soltanto pentole, padelle e stoviglie del cliente. In pratica, non hai bisogno di comprare nulla per cominciare a fare questo lavoro! O quasi ...

In realtà, qualche piccolo investimento iniziale occorre farlo, soprattutto per mettere in sicurezza gli alimenti che vi serviranno per il vostro menù e per fronteggiare clienti numerosi. Con passar del tempo e aggiungere delle vostre esigenze, potrete pensare ad altro ma, in principio, ecco che cosa devi assolutamente acquistare:

• frigorifero portatile: ne esistono di tanti tipi, compresi quelli che si collegano all'accendisigari dell'auto. Se trasporti prodotti deperibili da casa tua a quella del cliente, sono indispensabili. A inizio attività non è necessario che tu spenda grosse cifre: basta un apparecchio semplice, che può costare anche meno di 100 euro.

• Una pentola e una padella di almeno 34 cm di diametro: saltare gli spaghetti per oltre 10 persone, cucinare un risotto per 15 ospiti… Non tutti i tuoi clienti in casa attrezzature per affrontare queste situazioni piuttosto comuni a un personal chef. Compra quindi almeno una padella e una pentola davvero grandi, da portare con te in questi casi. Si possono trovare ottime offerte su tanti siti trovati.

• Una piastra a induzione: una normale cucina domestica ha, al massimo, cinque fuochi, spesso compressi in uno spazio limitato. Avere un fuoco in più, spesso e volentieri, riesce a salvarti la vita (e la serata!). Anche in questo caso, l'investimento è davvero esiguo.

Fai conto che, per acquistare tutti questi strumenti, soprattutto se sei a inizio attività e non vuoi scoprirti troppo economicamente, spenderai poco più di 200 euro. Un investimento, tutto sommato, alla portata di chiunque. Pensa se avessi dovuto aprire un ristorante!

SITO O SOCIALE?

Negli ultimi tempi, soprattutto fra i cuochi a domicilio che si affacciano per la prima volta sul mercato, sta prendendo piede l'uso di aprire pagine social gratuite, evitando l'impegno di un vero e proprio sito web. È una buona idea? Non molto. Per quanto i social diventino sempre più vetrine interessanti, oggi è davvero difficile raggiungere una buona visibilità senza pagare. Gli algoritmi di Facebook o di Instagram, infatti, tendono a mettere in ombra i post gratuiti, privilegiando coloro che pagano per evidenziare i loro contenuti. Alla fine, insomma, si otterrebbe un risultato incerto a fronte di una spesa che, con il tempo, può diventare non indifferente. Un sito di riferimento, invece, soprattutto se ben fatto, può permetterti una maggiore visibilità. Ricorda, inoltre, che la maggior parte dei clienti cercherà su Google nel momento del bisogno. Molto più raramente si ricorderà di averti visto su Facebook o su Instagram.

TRUCCHI IN VETRINA

Uno chef a domicilio non ha insegne, non ha negozio, non ha un luogo fisico fisso dove svolgere la sua attività. Internet, quindi, è il posto dove costruire la propria vetrina. Se si decide (come converrebbe sempre) per un sito web, quindi, occorre valutare i costi e la bontà dell'investimento. Nulla vieta, in ogni caso, che tali spese siano affrontate dopo un po 'di tempo che praticate questo mestiere, in modo da non sborsare soldi per attività che avete scoperto non essere la vostra.

Un sito internet ben fatto costa! La cifra che ti verrà chiesta da una qualsiasi agenzia, infatti, varia tra i 1.500 ei 1.700 euro: un investimento non indifferente, soprattutto se non sappiamo quanto riusciremo ad ammortizzarlo.

Ecco qualche veloce consiglio utilissimo per partire con il piede giusto e del tutto gratis:

• approfitta dei siti gratuiti che puoi costruire da solo, senza spendere soldi o perdere molto tempo. Sono, purtroppo, del tutto inutili per farti trovare con la ricerca di Google, ma offrono un punto di riferimento per i clienti che seguono sui social. In questi siti, infatti, puoi parlare più diffusamente di te e delle tue proposte, dei prezzi del tuo servizio, delle particolarità della tua cucina, della tua storia e delle tue esperienze… Concentreranno, insomma, tutto ciò che sui social è disperso in innumerevoli inviare.

• Usa i portali fatti. Sono sempre di più i servizi online che consentono di mandare preventivi ai clienti che ne fanno richiesta, offrendoti gratuitamente anche una piccola, ma interessante vetrina. Per trovarli, ti basterà cercarli su Google (digita “chef a domicilio” e la provincia in cui risiedi).

• Iscriviti a Google My Business. Un profilo ben fatto su questa app di Google vale davvero quanto un sito professionale. Ti permette di mostrarti ai clienti, di informarli di ogni novità, di geolocalizzarti, di apparire in modo impeccabile sulle pagine di ricerca di Google… senza sborsare un euro!

Investimenti iniziali davvero esigui, possibilità di crescere con piccole spese ben mirate e nuove possibilità che sorgono dopo un periodo difficile, che però ha mutato l'attenzione della gente verso i servizi di uno chef a domicilio: mai come oggi, insomma, è valsa la pena muovere i primi passi in questa nuova professione, che ti regalerà tante soddisfazioni, non solo economiche.

Fonte: cucinodite.it
















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